Dossier
Habiter et fabriquer le patrimoine urbain ?
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Pour citer cet article :

Meneghin Erica, Re Alessio, « “Le strade Nuove e il Sistema dei Palazzi dei Rolli di Genova”. patrimonio mondiale UNESCO : verso un nuovo piano di gestione nel quadro della Raccomandazione Historic Urban Landscape », dossier « Habiter et fabriquer le patrimoine urbain ? », 7 octobre 2019, www.reseau-lieu.archi.fr/a47

“Le strade Nuove e il Sistema dei Palazzi dei Rolli di Genova”
patrimonio mondiale UNESCO : verso un nuovo piano di gestione nel quadro della Raccomandazione Historic Urban Landscape

Par  Meneghin Erica,  Re Alessio
Erica Meneghin, dottoranda presso il Politecnico di Torino, ricercatrice e project manager dell’ area Patrimonio e (...)
Segretario Generale della Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura. Esperto in gestione di progetti culturali, (...)

Résumé
Le patrimoine bâti urbain est considéré dans différents contextes, tant dans la communauté scientifique que parmi les professionnels de la culture et de la gestion du patrimoine culturel, dans sa dimension de paysage urbain. C’est-à-dire en tant que résultat d’une stratification progressive de valeurs, qui incluent les pratiques sociales et culturelles, les processus économiques et les dimensions immatérielles du patrimoine par rapport à sa diversité et à son identité (Recommandation HUL, 2011). La reconnaissance de ce concept implique une approche dynamique et intégrée de la conservation et de la gestion du patrimoine culturel, directement liée aux objectifs de développement durable des Nations Unies adoptés dans l’Agenda 2030 "Transforming our world ".

La mise à jour du plan de gestion du site "Le Strade Nuove e il Sistema dei Palazzi dei Rolli di Genova", inscrit sur la Liste du patrimoine mondial depuis 2006, constitue une tentative de mise en oeuvre de cette approche, parmi les premières en Italie et en Europe. Le nouveau plan vise en effet à définir les scénarios de développement futur du site et de l’ensemble du centre historique (la " vieille ville ") de Gênes, établis à partir de l’interprétation des dynamiques et des problèmes actuellement présents dans le contexte urbain et de l’interaction entre la pluralité des acteurs, publics et privés, qui ont différents intérêts et se réfèrent à différentes valeurs.

Abstract
Il patrimonio costruito urbano viene considerato in diversi contesti, sia nella comunità scientifica che nel mondo dei professionisti della cultura e della gestione dei beni culturali, nella sua dimensione di paesaggio urbano. Inteso cioè il risultato di una progressiva stratificazione di valori, che comprendono le pratiche sociali e culturali, i processi economici e le dimensioni intangibili del patrimonio in relazione alla sua diversità e identità (HUL Recommendation, 2011). Il riconoscimento di questo concetto definisce un approccio dinamico e integrato alla conservazione e gestione del patrimonio culturale, direttamente connesso agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile adottati dall’ONU con l’Agenda 2030 “Transforming our world”.

L’aggiornamento del piano di gestione del sito “Le Strade Nuove e il Sistema dei Palazzi dei Rolli di Genova”, iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dal 2006, costituisce un tentativo di applicazione, tra i primi in Italia e in Europa di questo approccio. Il nuovo piano è infatti volto a definire i futuri scenari di sviluppo del sito e dell’intero centro storico (“città vecchia”) di Genova, definiti a partire dall’interpretazione delle dinamiche e problematiche attualmente presenti nel contesto urbano e dall’interazione tra la pluralità di attori, pubblici e privati, che hanno differenti interessi e rispondono a valori diversi.

Figura 1. Via della Maddalena, core zone del sito “Le Strade Nuove e il Sistema dei Palazzi dei Rolli di Genova”
Crediti : Erica Meneghin

La gestione del patrimonio urbano

La gestione del patrimonio urbano è un tema complesso sia sul piano delle politiche e strategie che degli strumenti da adottare. Oggi gestire un sistema di beni culturali a scala urbana significa trovare risposte non ad un esercizio tecnico ma ad una crescente domanda di sostenibilità, espressa da istituzioni, operatori, abitanti e in generale dai diversi pubblici della cultura. Gestire un sito culturale non significa soltanto conservare il bene nelle sue espressioni tangibili e non, ma piuttosto adottare modelli progettuali di sviluppo capaci di dare risposte alle esigenze diversificate di tutti i cosiddetti stakeholder. In molte situazioni il contesto in cui gli interessi particolari si confrontano è quella del conflitto, si pensi, ad esempio, alle attività relative al patrimonio edificato (ristrutturazioni, restauri, adeguamenti alle funzionalità richieste dall’abitare contemporaneo, in possibile contrasto con le necessità di conservazione e leggibilità del Sito) o alle necessità in termini commerciali delle attività produttive (insegne, spazi, ...). Per questo motivo è fondamentale l’ascolto di tutti i portatori di interessi, il confronto diretto per la definizione di strategie e strumenti condivisi e inclusivi.
Le indicazioni e le evidenze nazionali, europee e internazionali dimostrano come i siti culturali a scala urbana stiano provando a rafforzarsi su questa dimensione, acquisendo competenze diverse e tra loro integrate, di tipo transdisciplinare, manageriale, imprenditoriale, connesse da una parte alla necessità di innescare e governare i processi di innovazione e dall’altra di comunicare in maniera efficace, con il coinvolgimento effettivo di nuovi attori, non solo del pubblico.

La Raccomandazione UNESCO sull’Historic Urban Landscape

Nell’ultimo ventennio si è assistito ad una trasformazione del ruolo e dei valori che il patrimonio detiene nella società, in particolare se si considera la sua dimensione urbana, e a un cambiamento di paradigma (Araoz 2009), riscontrato sia nella comunità scientifica che nel mondo dei professionisti della cultura e della gestione dei beni culturali. Tra le cause di questo processo vi sono l’appropriazione del patrimonio da parte delle comunità e la sua crescente accettazione come bene pubblico con un valore economico (Bandarin, Van Oers, 2014 ) [1]
Aspetti, questi, che hanno portato a profondi cambiamenti nella gestione, nella definizione delle strategie politiche, nella pianificazione di progetti di conservazione, riuso e sviluppo della città, nonché nel rapporto tra la sfera pubblica e quella privata.
In questo quadro si colloca la raccomandazione dell’UNESCO sul paesaggio urbano storico (Recommendation on the Historic Urban Landscape, 2011 [2]) e gli indirizzi espressi nel Global Report on Culture for Sustainable Urban Development [3]
, elaborato dall’UNESCO nel 2016. Entrambi descrivono un nuovo approccio di gestione di un sito urbano, mantenendo la centralità, oltre che dei valori culturali anche di quelli sociali e comunitari, essenziali per definire un’identità collettiva, in ambienti in constante mutamento.

La città di Genova e il suo centro storico costituiscono un campo di sperimentazione piuttosto interessante per questo approccio. Attraverso l’aggiornamento del piano di gestione del sito “Le Strade Nuove e il Sistema dei Palazzi dei Rolli di Genova”, è stato possibile impostare un sistema di gestione che tiene conto di aspetti diversi : le differenti scale del patrimonio urbano, la pluralità e diversità di attori pubblici e privati in gioco.

Genova : sito UNESCO e città vecchia
Genova è caratterizzata da una stratificazione storica di valori culturali che comprende da un lato la cosiddetta “città vecchia”, ovvero il nucleo antico, dall’altro il contesto urbano in cui questa è inserita e che si relaziona con zone della città eterogenee : l’area del porto, il water front, i quartieri periferici e le aree industriali. La core zone del sito UNESCO è definita dalle Strade Nuove e dal Sistema dei Palazzi dei Rolli [4], che costituiscono per l’uniformità dell’impianto urbanistico e per le caratteristiche architettoniche dei palazzi uno straordinario modello di lottizzazione residenziale nobiliare rimasto al centro della città attuale [5]. In quest’area si trovavano oltre cento palazzi di nobili famiglie cittadine che costituiscono un esempio di una singolare identità sociale ed economica che inaugura l’architettura urbana di età moderna in Europa. Tra queste nobili residenze sono 42 quelle inserite nella lista UNESCO e le vie dove si trova la maggiore concentrazione sono via Garibaldi, via Balbi, via Lomellini e Salita Santa Caterina [6]

Figura 2. Carta del sito “Genova, le Strade Nuove e il sistema dei Palazzi dei Rolli”
Crediti : Geoportale Comune di Genova
Le riflessioni sulle varietà di significati e sulla loro stratificazione stanno alla base delle proposte che l’UNESCO ha avanzato sul concetto di valore dei siti, fondate sulla definizione dei paesaggi culturali, sul riconoscimento dei valori immateriali della cultura e su una visione d’insieme che considera sia il bene in sé sia il ruolo che questo riveste nella società locale.
Emerge chiaramente come la città storica debba essere considerata un insieme di interconnessioni tra diversi elementi del paesaggio urbano, collegata al suo ambiente naturale e alla sua struttura geologica, così come al suo contesto metropolitano e regionale. Il contesto è l’ambiente circostante che contribuisce al significato del patrimonio storico. Comprende l’interazione con l’ambiente naturale, con le pratiche sociali, con i costumi e le conoscenze tradizionali, con gli usi o le attività esistenti e con gli altri aspetti immateriali del patrimonio culturale che hanno creato e formano lo spazio, così come il contesto culturale, sociale e economico attuale e in costante trasformazione. I valori del patrimonio urbano riguardano inoltre sia gli elementi costruiti sia quelli non costruiti di una città storica, la loro funzione formale e il loro uso informale, sia da parte dei residenti e dei visitatori, che possono creare diverse geografie, spazi, usi della città.

In quest’ottica si sono distinti per il sito : i valori sostanziali, che esprimono le principali caratteristiche del sito (valori urbanistici, storico-documentari, architettonici e artistici), e i valori complementari, che costituiscono una risorsa culturale (valori di carattere paesaggistico e reazionale e valori riconducibili alla cultura immateriale). Sui primi il piano di gestione del 2019 focalizza le azioni finalizzate soprattutto alla protezione e alla conservazione, mentre i secondi risultano essere elementi di notevole potenziale per la costruzione di azioni di valorizzazione e sviluppo del sito.

Figura 3. I valori culturali individuati nella fase di analisi dell’aggiornamento del piano di gestione
Crediti : Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura

Il nuovo piano di gestione
L’aggiornamento del piano di gestione nasce dal contributo attivo e dal confronto dei diversi attori pubblici e privati presenti sul territorio. Tra questi, rivestono un ruolo di primaria importanza, in virtù di un protocollo di intesa siglato già nel 2007, il Comune di Genova, la Regione Liguria, la Città Metropolitana, l’Università di Genova, la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Liguria, la Camera di Commercio l’Università di Genova e la Fondazione Palazzo Ducale che riveste un ruolo di coordinamento complessivo. Il confronto con questi soggetti ha permesso la definizione di uno strumento flessibile e adattabile alle diverse variabili, pensato da un lato per dare continuità alle azioni di conservazione e dall’altro per favorire una rinnovata azione di valorizzazione del sito in rapporto con le dinamiche di tutto il contesto urbano.
Il nuovo piano ha definito scenari di sviluppo del sito e del centro storico della città individuando azioni di conservazione e valorizzazione culturale ed economica, tenendo in considerazione la relazione che intercorre tra il centro storico e il contesto definita su quattro scale : core zone, buffer zone, sistema urbano e sistema territoriale. La strategia adottata individua tre piani di azione che, nel loro insieme, concorrono a realizzare una gestione integrata del sito : 1) Conservazione, 2) Sviluppo, 3) Connessioni.
Il piano Conservazione ha l’obiettivo di mantenere in condizioni ottimali l’intero patrimonio e salvaguardarlo attraverso il monitoraggio dello stato conservativo dei singoli edifici e dell’intero complesso urbano ; di sostenere il coordinamento degli interventi di manutenzione e restauro e il coinvolgimento della collettività a partecipare al mantenimento del bene comune. Tra le azioni previste vi sono la realizzazione di progetti di sensibilizzazione contro i vandalismi e di programmi per l’animazione e l’uso innovativo degli spazi urbani.
Il piano Sviluppo considera gli elementi del sito come un insieme di risorse integrate con potenzialità diversificate e mira a sostenere lo sviluppo turistico, attraverso una gestione sostenibile e controllata dei flussi turistici, e lo sviluppo di filiere complementari, considerando le industrie culturali e creative, ma anche commerciali, strettamente legate e coerenti ai valori del sito. Il piano prevede azioni direttamente connesse al tema dell’abitare, tra cui la mappatura degli spazi inutilizzati del centro storico e la pianificazione di contributi per il supporto di nuove attività economiche.
Infine il piano Connessioni prende in considerazione il sito a diverse scale, affrontando lo sviluppo di connessioni di tipo fisico e di tipo intangibile e relazionale, che contribuiscono allo sviluppo e alla gestione efficiente del sito. Alcune azioni del piano riguardano per esempio l’accessibilità del centro storico, prendendo in considerazione le esigenze sia di turisti che di residenti.

Per ogni piano di azione si sono individuati degli obiettivi strategici contenenti degli strumenti metodologici di indirizzo. Questi ultimi sono stati, suddivisi nelle categorie indicate dalla Raccomandazione UNESCO sul Paesaggio Storico Urbano e sperimentate nei primi casi applicativi (The HUL Guidebook, 2016
 [7]):strumenti di partecipazione delle comunità, pensati con l’obiettivo di trasferire strumenti alle diverse parti interessate, al fine di individuare i valori delle aree urbane e sviluppare una visione collettiva ; strumenti tecnici, che devono aiutare a proteggere l’integrità e l’autenticità del patrimonio urbano ; sistemi di regolazione, finalizzati a gestire gli aspetti materiali e immateriali del patrimonio urbano ; strumenti finanziari, che devono avere l’obiettivo di migliorare le aree urbane, salvaguardando i valori del patrimonio.

Figura 4. Schema del piano proposto nell’aggiornamento del 2018-2019
Crediti : Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura
Parallelamente ai piani di azione si è definito un quarto piano : il piano di Governance, necessario a fornire gli strumenti per la governance del sito e consentire un agevole ed efficace governo delle decisioni e delle azioni. La complessità di gestione di questo sito, che vede coinvolti direttamente o indirettamente una molteplicità di attori, deve essere infatti bilanciata da un’azione di miglioramento del coordinamento istituzionale, dall’aumento delle risorse tecniche e finanziarie a disposizione e da una più efficace definizione dei ruoli e delle responsabilità degli attori –pubblici e privati- coinvolti nella gestione del patrimonio urbano.

Prendendo in considerazione questa struttura, il piano vuole costituire uno strumento di gestione utile a identificare, valutare e dove necessario mitigare l’impatto delle politiche, dei progetti e delle azioni sul sistema urbano storico. Esso è il risultato della condivisione e del coinvolgimento dei principali attori portatori di interessi del territorio : da coloro che si occupano della protezione e pianificazione del Sito, a coloro che operano come imprenditori, a coloro che presiedono alle scelte relative alla gestione del contesto urbano, alla attrazione turistica e culturale, allo sviluppo di musei, itinerari letterari e iniziative gastronomiche, folkloristiche e culturali. Il piano ha lo scopo di coordinare e unire le numerose organizzazioni e istituzioni pubbliche e private che concorrono allo sviluppo economico e sociale del territorio, in quest’ottica costituisce un utile strumento per tenere insieme le politiche urbane alla grande scala e le pratiche dell’ordinario. Un insieme di indirizzi e azioni che, se ben coordinato, può essere in grado di combinare conservazione, valorizzazione e sviluppo, contribuendo anche a rafforzare l’immaginario collettivo genovese della città vecchia come luogo dalle forti connotazioni identitarie, in cui passare il tempo e godere delle bellezze architettoniche e di una vivacità commerciale e culturale appropriata alle esigenze di abitanti e turisti.

[1Bandarin F., Van Oers R., The Historic Urban Landscape : Managing Heritage in an Urban Century, Willey Blackwell, Hoboken New Jersey, 2014

[4Bertelli C., Giusso C., La mappatura culturale della città vecchi di Genova. Dall’identificazione alla lettura della città. La nuova ricognizione del Centro Storico nell’ambito della ricerca RestauroNET, in Arkos, n. 15, 2006

[5Poleggi E., L’invenzione dei rolli. Genova, civiltà di palazzi, Skira, Milano, 2004

[6Proposal for the inscription of “Genoa Le Strade Nuove and the System of the Palazzi dei Rolli” in the UNESCO World Heritage List, Volume I (https://whc.unesco.org/uploads/nominations/1211.pdf).

[7The HUL guidebook. Managing heritage in dynamic and constantly changing urban environments. A practical guide to UNESCO’s Recommendation on the Historic Urban Landscape, 2016

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